Perchè Smart Tactics?

Il nostro canale Youtube è intitolato Smart Tactics.

“Smart” potrebbe sembrare un aggettivo insolito da abbinare a
“Tattiche”, che non Operative, Difensive, Protettive, che sono quegli aggettivi
che chiariscono la destinazione d’uso delle Tattiche medesime.

Smart è comunemente e universalmente abbinato a bombe e
telefonini e quindi abbiamo le smart bombs e gli smartphones. L’idea di
attribuire intelligenza alle Tattiche non si discosta molto dalla qualità
meccanica associata all’utilizzo dei succitati strumenti.

Le Tattiche devono essere intelligenti (chiaramente in questo
pensiero includiamo le Tecniche) quindi. Un’affermazione giustissima, perché
Tecniche e Tattiche stupide ci farebbero finire ammazzati.

Tutti gli addetti ai lavori e i fans dell’utilizzo delle armi
saranno senz’altro d’accordo. Normale e lapalissiano! Purtroppo, però, a tale
ragionamento logico non fa seguito un piano d’azione congruente.

L’incoerenza è costituita dal fatto che l’intelligenza da
attribuire a Tecniche e Tattiche deriva dal nome del famoso Guru d’oltreoceano
che le ha ideate oppure dell’altrettanto famoso Reparto Speciale che le ha
adottate.

In virtù di questo fatto, l’imitazione di tali Tecniche e
Tattiche pare cosa buona e giusta e gli Istruttori di Tecniche di Tiro e
Tattiche Operative, Difensive e Protettive si industriano per mostrare che
anche essi hanno adottato Tecniche e Tattiche a firma John Jones o Bill
Billson, oppure quelle che usano nel SEAL Team Six/DEVGRU.

Se non è esotico, quindi, non va bene. Il signor Mario Rossi
non potrebbe aver ideato nessuna Tecnica o Tattica valida, mentre Marius Reds
sì. E’ la storia del “Nemo propheta in patria” che si ripete. Come se non
fossero passati migliaia di anni dalle primordiali espressioni di favoreggiamento
esterofilo.

Qui non vedo intelligenza ma astuzia commerciale, volta ad
accrescere la “professionalità” di tutti coloro i quali usano Tecniche e
Tattiche altisonanti e roboanti. Che poi sono quasi il 100 per cento di chi si
esibisce nella imitazione delle suddette. E “l’imitazione” significa anche
“limitazione”.

Ciò ci porta ad un primo significato delle Smart Tactics.
Tattiche che sono realizzate secondo un “modello intelligente” e sono collegate
tra loro, in modo da appartenere ad un Metodo che sia giustificabile
oggettivamente (realistico), non perché lo fanno tutti.

Per convalidare dette Smart Tactics esiste un criterio di
riscontro della loro fattibilità. Tecniche e Tattiche diventano assimilabili
nel Metodo TDO soltanto se superano la prova del nove, ossia se in loro sono
ben riscontrabili i seguenti Principi: Reattività, Equilibrio, Ergonomia,
Mobilità e Sicurezza.

Tutte le Tecniche e le Tattiche del Metodo TDO inoltre devono
passare un altro difficile test: quello dello stress situazionale. Le Smart
Tactics sono state confezionate in modo che ciascuna di loro ponga l’Operatore,
cioè la macchina biomeccanica, nelle condizioni di assecondare lo stress del
momento e non tentare di contrastarlo.

Questa è la ragione per cui tutte le Tecniche e le Tattiche
del Metodo TDO sono costituite da passi brevi e veloci, capo leggermente
reclinato e focus sul bersaglio, braccia raccolte e armi tenute vicino al
corpo, gambe flesse e sfalsate: una serie di accorgimenti che in teoria tutti gli
Istruttori nostrani e non, plaudono ma che in pratica le loro Tecniche e
Tattiche non rispecchiano.

Smart Tactics, dunque.


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