IL TIRO PUNTATO-MIRATO™ BVAS (BINOCULAR VISION AIMED SHOOTING™)

In questo articolo espongo il concetto del Tiro Puntato-Mirato
di Tony Zanti

GENERALITA’

IL TIRO PUNTATO-MIRATO™

Il Tiro Dinamico Operativo® prevede che l’Operatore stabilisca un rapporto ergonomicamente vantaggioso con l’ambiente in cui interagisce. Uno degli strumenti utilizzati nel TDO è la tecnica del Tiro Puntato-Mirato™, che si basa sulla Reazione psicofisiologica che l’Operatore subisce durante un evento in cui è costretto ad aprire il fuoco con l’arma da fianco. Qui illustreremo il concetto del Tiro Puntato-Mirato, il cui nome originale era Binocular-Vision Aimed Shooting™ (BVAS), poiché è una Tecnica inglobata nel DCS (Dynamic Combat Shooting®), il Sistema di Tecniche di Tiro e Tattiche Operative antesignano del Tiro Dinamico Operativo®, da me ideato nel 1988, nel contesto del Law Enforcement, in Florida.

La soluzione più comunemente adottata dai tiratori sportivi e – erroneamente – dagli Operatori della Sicurezza pubblica e privata, consiste nel chiudere un occhio e mettere a fuoco il mirino. Si notino le implicazioni di questo tipo di Tiro:

  • E’ impossibile mettere a fuoco allo stesso tempo un oggetto vicino ed uno più lontano. Di conseguenza, il bersaglio apparirà sfuocato.
  • Il tiratore concentra la sua attenzione sul mirino, mentre vede gli oggetti intorno a sé con la sua vista periferica, sfuocati quanto il bersaglio.
  • Chiudendo un occhio, il tiratore rinuncia a quasi la metà del suo campo visivo.

Questi fattori non influenzano minimamente il Tiro Sportivo, anzi contribuiscono al raggiungimento del “punteggio”. Nel Tiro Operativo, invece, l’Operatore sarà enormemente svantaggiato da questa Tecnica di Tiro. Ecco perché:

  • Nella vita reale, l’Azione psicofisiologica dell’adrenalina costringerà l’Operatore a mettere a fuoco il bersaglio (ma, in realtà, parliamo di Bersaglio Armato!). In questo caso – e la casistica degli scontri a fuoco lo dimostra chiaramente – il metodo che l’Operatore ha imparato in addestramento cadrà a pezzi e l’Operatore agirà in modo disordinato.
  • L’effetto dell’adrenalina inoltre costringerà l’Operatore a tenere entrambi gli occhi aperti (sgranati, realmente!). La quasi totalità degli scontri a fuoco ha evidenziato questo concetto: l’Operatore sarà immediatamente ed inesorabilmente attratto visivamente dall’oggetto che rappresenta il pericolo mortale.
  • Il mettere a fuoco il mirino non permette di vedere completamente i movimenti effettuati dal Bersaglio Armato. Un avversario tenuto sotto tiro potrebbe estrarre un’arma, oppure redirezionare la volata della sua arma verso l’Operatore, e a sua insaputa. In questo caso l’Operatore dovrebbe sparare, piuttosto che tenere sotto mira. Le mani dell’avversario sono da tenere d’occhio, più che il mirino!
  • Mettendo a fuoco il mirino mentre si tiene l’altro occhio chiuso, è ugualmente difficile – se non impossibile – vedere l’ambiente circostante: ciò significa che l’Operatore potrebbe non accorgersi di eventuali complici, oppure di ostacoli intorno a sé. Ciò si dimostra altrettanto pericoloso che il non colpire il Bersaglio Armato.
  • La dinamicità dell’azione reale costringerà l’Operatore a spostarsi dalla sua posizione originale e probabilmente ad effettuare un Tiro in movimento, che è quasi impossibile da compiere mettendo a fuoco il mirino.

E’ facile capire, quindi, che un addestramento al Tiro Operativo/Difensivo improntato a Tecniche da Tiro a Segno, si rivelerà un esperimento futile e pericoloso.

Il Tiro Mirato e il Tiro Puntato presentano vantaggi e svantaggi, quasi in uguale misura. L’Operatore è costretto a servirsi dell’uno oppure dell’altro, a seconda della situazione in cui egli viene a trovarsi: tempo di Reazione, distanza dall’avversario, tipo di bersaglio, caratteristiche dell’ambiente in relazione all’arma adoperata, visibilità, dinamicità dell’azione e così via. Perché non unire i vantaggi dei due tipi di Tiro ed eliminarne gli svantaggi?

Il Tiro Puntato-Mirato è proprio questo: una Tecnica realistica e di facile apprendimento. Per utilizzarne appieno i vantaggi, bisogna semplicemente capire la meccanica del coordinamento oculo-manuale, dei rapporti ergonomici e quelli spazio-temporali che intercorrono tra l’Operatore, l’arma, l’Ambiente Tattico e il Bersaglio Armato.

E’ necessario, innanzi tutto, che l’Operatore individui il proprio occhio dominante. Ciò è possibile, mettendo a fuoco un oggetto di piccole dimensioni e mediamente distante (ad esempio: una mela che si trovi su un tavolo a tre/quattro metri dall’Operatore), distendendo un braccio verso detto oggetto, formando con le dita della mano il simbolo dell’O.K. e interponendo il cerchio formato dal pollice e l’indice tra sé e l’oggetto. Chiudendo alternativamente un occhio e lasciando l’altro aperto e focalizzato sulla mela, l’Operatore noterà che un occhio traguarderà la mela attraverso le dita unite a cerchio. Quest’occhio è l’occhio dominante. L’esercizio va ripetuto alcune volte, fino a che non si è certi di sapere qual è l’occhio dominante, ma spesso si riesce a scoprirlo al primo tentativo. Questa “scoperta” non rappresenta nulla di nuovo per il cervello, che ha sempre guidato l’uomo a prediligere la vista di un occhio piuttosto che l’altro, in modo – noi diremmo – istintivo.

Una volta che avrà individuato il proprio occhio dominante, l’Operatore potrà cimentarsi in un esercizio di Tiro Puntato-Mirato.

L’Operatore mantiene entrambi gli occhi aperti e mette a fuoco il bersaglio, mentre impugna l’arma e la punta sul bersaglio in modo “istintivo”, come ha già fatto innumerevoli volte. Se l’Operatore avrà impugnato l’arma correttamente, mentre continua a mettere a fuoco il bersaglio, vedrà con il suo occhio dominante e in primo piano, mirino e tacche di mira allineati con il bersaglio. Sulle prime l’esercizio non è di facile attuazione, in quanto la vista binoculare costringe a vedere l’arma sdoppiata e fuori fuoco: in pratica l’Operatore vedrà due armi, perché mette a fuoco il bersaglio (se mettesse a fuoco il mirino, rimanendo nella stessa posizione e con entrambi gli occhi aperti, vedrebbe due bersagli). Potrebbe sembrare che sia facile confondersi tra le due armi (la vera e la virtuale) e che si rischia di puntare l’arma “sbagliata” su un bersaglio non inteso, ma non è così. Basta chiudere l’occhio non dominante per rendersi conto che l’arma è esattamente in mira sul bersaglio, allineata con l’occhio dominante, che pur dirigerà gli arti ad inquadrare sempre il bersaglio mediante piccoli aggiustamenti nelle quattro direzioni.

Dopo aver provato più volte questa soltanto apparentemente complicata operazione, l’Operatore sarà pronto per recarsi presso una struttura di tiro e sottoporre il nuovo metodo alla prova del fuoco. Egli non farà altro che riprodurre in addestramento ciò che sarebbe costretto a compiere se, nella realtà dei fatti, dovesse imbattersi in una situazione pericolosa. In tale frangente, infatti, l’Operatore non ha scelta: il meccanismo psicofisiologico innescato dall’adrenalina lo obbligherà, nella quasi totalità dei casi, a mettere a fuoco il Bersaglio Armato e non il mirino dell’arma.

Il Tiro Puntato-Mirato, quindi, è il tipo di Tiro che l’Operatore dovrebbe adottare durante l’addestramento e in azione. Il Tiro Puntato-Mirato, infatti:

  • Permette all’Operatore di mettere a fuoco il bersaglio e al tempo stesso di effettuare un Tiro Mirato.
  • Asseconda la Reazione psicofisiologica causata dall’adrenalina, che costringerà l’Operatore a tenere entrambi gli occhi aperti e a mettere a fuoco il bersaglio.
  • E’ valido a qualunque distanza e da una distanza breve ad una distanza lunga e viceversa, poiché la messa a fuoco rimane sul Bersaglio.
  • Non obbliga l’Operatore a “prendere la mira”, così facendogli perdere del tempo prezioso. In questo modo, invece, egli è già in mira: puntamento e mira diventano – in questo modo – due facce della stessa medaglia.
  • Non obbliga l’Operatore a chiudere un occhio, così privandolo di quasi metà del suo campo visivo.
  • Permette di utilizzare in modo ottimale l’arma in condizioni di scarsa visibilità. Infatti, il mettere a fuoco il bersaglio in luce fioca è necessario, sia per l’identificazione del bersaglio, sia per la precisione del Tiro, in quanto le mire potrebbero essere poco visibili, oppure non visibili. Le mire al trizio favoriscono il Tiro Puntato-Mirato!
  • Permette una maggiore precisione su bersagli in movimento.
  • Elimina le incertezze e i tempi morti dovuti allo spostamento della messa a fuoco dal bersaglio al mirino.
  • Offre all’Operatore la scelta di mirare, oppure puntare sul bersaglio, senza distogliere lo sguardo dal bersaglio.

Una riprova della veridicità di queste argomentazioni proviene dallo studio dei fenomeni psicomotori causati dallo stress del confronto armato, nonché dai filmati che mostrano scene attuali di scontri a fuoco (la maggior parte di questi provengono dagli Stati Uniti e vedono come protagonisti Agenti delle Forze dell’Ordine).

La gestione dello “stress da combattimento” prevede, naturalmente, che l’Operatore sia ben informato su ciò che accade quando ha inizio la reazione ad un evento minaccioso o pericoloso, ossia sul BAR (Body Alarm Reactions), che domina l’Operatore prima, durante e dopo l’evento. Un’attenta analisi di dette Reazioni e dell’effetto finale che esse possono provocare nel comportamento dell’Operatore (a livello fisico e psicologico), convalida l’utilizzo di quelle Tecniche di Tiro (quale il Tiro Puntato-Mirato) che tengono conto di questi fenomeni e ne assecondano l’insorgere e il crescendo. La medesima analisi invalida l’utilizzo delle Tecniche del Tiro Sportivo nella Didattica rivolta agli Operatori della Sicurezza pubblica e privata, come purtroppo, invece, ancora tristemente avviene!

INDICE VISIVO E INDICE CORPOREO

La pietra di paragone che permette all’Operatore di indirizzare un Tiro sufficientemente preciso è costituita dall’utilizzo dell’appropriato indicatore, ossia un punto di riferimento che aiuta a stabilire il giusto puntamento della volata dell’arma sul bersaglio. Questi indicatori, che rispondono al nome di Indice Visivo e Indice Corporeo, sono essenziali nel coadiuvare il coordinamento oculo-manuale, in entrambe le modalità del Tiro (Mirato oppure Puntato).

Mentre l’Indice Corporeo si adatta essenzialmente al Tiro Puntato, l’Indice Visivo è utilizzato in primis proprio quando effettuiamo il Tiro Mirato, allineando tacca di mira e mirino con il bersaglio. Continuiamo ad utilizzare l’Indice Visivo, per tutto il tempo che l’arma rimane nel nostro campo visivo – anche se periferico.

Il Tiro Puntato-Mirato è essenzialmente costituito da due posizioni nelle quali l’arma puntata sul bersaglio viene a trovarsi, rispetto alla linea di mira. La prima è quella corrispondente al Tiro Mirato, ove l’Operatore traguarda il bersaglio attraverso le mire metalliche, ossia prende la mira, nel modo più tradizionale del termine. La seconda è meglio assimilabile al termine Tiro Puntato-Mirato, in quanto l’arma è lievemente spostata verso il basso rispetto alla linea di mira, da un minimo di cinque centimetri a un massimo di dieci. Il corrispondente Indice Visivo prende il nome di “Gun Frame Index™”, poiché la direzionalità nella quale è posta la volata è interdipendente dall’impatto visivo che assume la forma geometrica della parte superiore dell’insieme canna-carrello della pistola.

Il Tiro Reattivo che è effettuato con l’ausilio del “Gun Frame Index” risulta essere più efficace del Tiro Mirato, in quanto quest’ultimo richiede il costante inquadramento di tacca di mira e mirino: cosa che durante il Tiro Reattivo – che è caratterizzato da una rapida cadenza di fuoco e dalla messa a fuoco della minaccia – riesce molto difficile. Per questa ragione, il Tiro Mirato-Puntato che sfrutta il “Gun Frame Index” offre una modalità di tiro più efficace del Tiro Mirato, quando il tiro è trasportato nella realtà del Confronto Armato.

La suddetta dichiarazione è più facilmente spiegabile se mettiamo su un piatto della bilancia il “Double Tap” e sull’altro il “Controlled Pair”. Il “Double Tap” avviene quando il bersaglio è inquadrato con una buona “Sight Picture” e due colpi sono sparati, ma il secondo avviene come conseguenza naturale del primo, senza il beneficio di una ulteriore “Sight Picture”. In virtù di questo fatto, il “Double Tap” è anche chiamato “Hammer Pair”. Il “Controlled Pair”, invece, è una Tecnica di Tiro che prevede che entrambi i colpi siano sparati quando si abbia una nitida “Sight Picture”: praticamente, con una successione meno rapida, in quanto l’Operatore, dopo aver sparato il primo colpo, attende che l’azione di rinculo e rilevamento cessino, per poter vedere nuovamente le mire metalliche allineate sul bersaglio e quindi premere il grilletto.

Alle distanze medie del combattimento con la pistola (entro i sette metri), il Tiro Puntato-Mirato può essere utilizzato in congiunzione con il “Gun Frame Index”, per effettuare un tiro rapido e preciso sul bersaglio. Provare per credere!

CONCLUSIONE

Nei precedenti articoli abbiamo visto che mirare al bersaglio è indiscutibilmente il modo migliore per colpirlo con precisione, anche se limitatamente alla situazione, gli scopi e la finalità del tiro con l’arma corta. Inoltre, considerando la natura medesima  del Tiro Operativo/Difensivo effettuato con l’arma corta, ci rendiamo conto del fatto che il Tiro Mirato potrebbe risultare troppo lento perché l’Operatore possa opporre un’efficace reazione. In situazioni strettamente interdipendenti dalla necessità dell’immediatezza della reazione a fuoco, il Tiro Puntato si porrebbe come la soluzione principale al problema tattico, ossia la sopravvivenza dell’Operatore. Alternativamente, il Tiro Mirato potrebbe essere l’unico metodo di tiro abbastanza preciso da neutralizzare il Bersaglio Armato, in una varietà di situazioni.

Il Tiro Puntato-Mirato mette fine alla diatriba, assumendo il ruolo di “trait d’union” tra il Tiro Mirato e il Tiro Puntato. Infatti, il TPM conserva le caratteristiche specifiche di entrambe le suddette tipologie di Tiro, pur permettendo che ciascuna di loro mantenga i relativi vantaggi originali, risultando preciso quanto il Tiro Mirato e immediato quanto il Tiro Puntato.

FOTO E RELATIVE DIDASCALIE

La Tecnica del Tiro Puntato-Mirato™ del Tiro Dinamico Operativo® è qui spiegata per immagini. Il TPM avviene ad occhi aperti, il bersaglio è messo a fuoco e gli organi di mira dell’arma sono posti davanti all’occhio dominante. Se l’occhio dominante è il destro, l’Operatore vedrà due pistole: in realtà è la medesima pistola, posta in posizioni diverse da ciascun occhio. In questa foto, l’occhio dominante è il destro (gli organi di mira sono allineati con questo occhio) e l’occhio sinistro pone l’immagine virtuale della pistola sulla destra (perché dalla sua prospettiva ne vede il lato sinistro).

Al contrario, se l’occhio dominante è il sinistro, l’Operatore vedrà la pistola (a destra nella foto) perfettamente allineata, mentre l’occhio destro scorgerà il lato destro della pistola, che proietterà a sinistra, affiancata alla pistola “vera”. Entrambe le immagini appariranno fantasmagoriche e sfuocate, in quanto l’Operatore mette a fuoco il Bersaglio Armato, che è fonte di pericolo, e non l’innocuo mirino (come nel Tiro Sportivo).

La Tecnica del Tiro Puntato-Mirato è meglio impiegata quando l’Operatore assume la Posizione di Tiro del Tiro Dinamico Operativo® la Mantide™. Il passaggio dal Tiro meramente Puntato (l’arma è sfuocata perché il bersaglio è messo a fuoco) al TPM (mirino e tacche di mira sono allineate con il bersaglio, anche se è il bersaglio ad essere messo a fuoco e non il mirino dell’arma), è rapido e consequenziale: il vantaggio offerto dalla “deformazione” derivante dall’utilizzo del TPM.

Miopia, ipermetropia, presbiopia e astigmatismo sono difetti della vista che hanno gran rilevanza nell’atto del mirare, ma anche del puntare l’arma. Si noti, comunque che, anche se l’autore in questa immagine non indossa gli occhiali correttivi (che gli permettono una migliore visione dell’insieme, cioè dell’arma e del bersaglio), egli punta in modo “istintivo” l’arma, ponendola in corrispondenza dell’occhio dominante. Questo ed altri argomenti correlati, rivelano la validità della propriopercezione, quale strumento essenziale per l’inquadramento del bersaglio.

Anche questa foto aggiunge alla validità della Tecnica del Tiro Puntato-Mirato: l’autore è privo delle lenti correttive che gli garantiscono un visus corretto, ma porta ugualmente gli organi di mira in linea con il bersaglio, che mette a fuoco. La presente foto costituisce la continuazione naturale della precedente, passando dal Tiro Puntato al TPM. Nessuna di queste fotografie è “posata”, ossia addomesticata al fine di raggiungere le predette conclusioni. E’ quindi logico affermare che Tiro Mirato e Tiro Puntato sono due facce della stessa medaglia!

Mentre l’impugnatura tradizionale non consente il Tiro Mirato all’Operatore dietro lo Scudo Tattico, la Tecnica di Tiro del Tiro Dinamico Operativo® che combina il Safe Grip™ con il Mezzo Pentagono™ e il Tiro Puntato-Mirato, permette che l’Operatore possa effettuare un Tiro preciso con lo Scudo Tattico, anche quando occhio dominante e lato dominante sono opposti, come in questa foto.

La Tecnica di Tiro la Mantide™ del Tiro Dinamico Operativo® si abbina ottimamente con il Tiro Puntato-Mirato durante il Tiro Reattivo, in quanto entrambi soddisfano i requisiti REMS (Reattività, Ergonomia-Equilibrio, Mobilità, Sicurezza).

In questa foto è raffigurata una delle Tecniche di Tiro Puntato-Mirato che utilizza quale Indice Visivo il “Gun Frame Index™”. L’arma è posta dai cinque ai dieci centimetri sotto la linea di mira. Si noti la posizione centrale dell’arma rispetto al corpo dell’Operatore, che rivela una propensione al Tiro Puntato.

Queste foto spiegano la Tecnica del Tiro Puntato-Mirato con Indice Visivo, ove l’Operatore mette a fuoco il bersaglio con entrambi gli occhi, mentre le mire metalliche sono in linea con il bersaglio e l’occhio dominante dell’Operatore.

Qui è invece raffigurata la Tecnica del Tiro Puntato-Mirato con Indice Visivo che sfrutta il “Gun Frame Index”. Come nella precedente Tecnica, il bersaglio è messo a fuoco con entrambi gli occhi e la superficie superiore del carrello è posta in corrispondenza dell’occhio dominante: il che rappresenta una variante della Tecnica “Gun Frame Index”.


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